In poco più di un secolo la superficie del capoluogo pugliese si è duplicata e la sua popolazione è passata dai 34 mila abitanti del 1861 ai circa 320 mila di oggi. L’ampio e luminoso Corso Vittorio Emanuele divide la città in due parti distinte, quasi a segnare i confini tra le due epoche.
La città vecchia, la parte antica e marinaresca, ha mantenuto pressoché intatto l’antico assetto medioevale e custodisce gelosamente la maggior parte del patrimonio artistico della città.
La città nuova, sorta per volontà di J. Murat nel 1813, appare invece dinamica e moderna con le sue lunghe strade a scacchiera su cui si affacciano gli edifici sorti nel corso della sua prodigiosa espansione urbanistica.
Percorrendo il lungomare Imperatore Augusto si giunge alla Basilica di S. Nicola che domina la città vecchia. E’ uno degli esempi più pregevoli di architettura Romanico-Pugliese. La sua costruzione, iniziata nel 1087 per volontà dell’abate Elia per conservare le Ossa di S. Nicola, fu terminata nel 1197.
La cripta, dal magnifico colonnato, conserva le ossa di S. Nicola. Attorno alla Basilica vediamo il Cortile di Elia ed il portico dei Pellegrini, su cui si affaccia la parte absidale della chiesa di S. Gregorio (secolo XI), di perfetta armonia romanico-pugliese con facciata a monofore e austero interno con bei capitelli.
Ripercorrendo il Lungomare Imperatore Augusto giungiamo al Castello normanno-svevo costruito da Federico II su preesistente castello normanno, di cui conserva la pianta interna e due massicce torri a bugnato. A piano terra vi si trova una interessante Gipsoteca; al primo piano ampie sale con eccellenti opere d’arte.
Attraversando una viuzza medioevale giungiamo alla Cattedrale, ottimo esempio di romanico-pugliese del Sec. XII con facciata tripartita, decorata con piccoli archi e un ampio rosone. L’interno della Cattedrale è armonioso, a tre navate, con matronei e abside centrale. A destra dell’edificio si leva una grande costruzione circolare, chiamata “Trulla” che è un antico battistero oggi trasformato in sacrestia.
Nel cortile infine troviamo la Colonna di San Sabino del 1650 e negli archivi è custodito il prezioso Codice miniato “Exultet” del sec. XI.
Altre chiese di interesse storico ed artistico della città vecchia sono: il Chiostro di San Benedetto, San Marco, Sant’Agostino, La Vallisa, la Chiesa del Gesù. Da ricordare l’Arco delle Meraviglie e la casa di Nicolò Piccinni.
Passando davanti al Castello e da Piazza Isabella d’Aragona, su cui si affaccia l’edificio dell’Intendenza di Finanza, intravediamo Corso Vittorio Veneto, in fondo al quale è la maestosa struttura che ospita la Fiera del Levante, appuntamento annuale, che nel solco della tradizione mercantile di Bari, rappresenta oggi il metro dello sviluppo economico ed industriale del sud Italia.
Da Corso Vittorio Emanuele, dove si trova il monumento dedicato a Nicolò Piccinni ed il Municipio, si imbocca Via Sparano con i suoi lussuosi ed eleganti negozi, al termine della quale si apre piazza Umberto I. Sul versante destro della piazza si affaccia il palazzo dell’Ateneo, sul lato sinistro si erge il monumento equestre a Re Umberto I, opera dello scultore Filippo Cifariello. Poco distante, troviamo piazza Moro su cui si affacciano le stazioni ferroviarie della città, al centro della quale è possibile ammirare la monumentale fontana dell’Acquedotto Pugliese.
Ci inseriamo ora sul lungomare Nazario Sauro, la magnifica passeggiata a mare. Subito a sinistra è il molo S. Nicola dove, ogni anno, la mattina dell’8 maggio si svolge la cerimonia dell’imbarco della statua del Santo taumaturgo che riceve, sul mare di cui è protettore, l’omaggio dei fedeli e dei pellegrini.
S. Nicola, patrono di Bari, fu vescovo di Mira; la data della sua morte s’aggira intorno al 350 d.C. Sulla sua figura e sulla vita esistono numerose leggende, alcune delle quali probabilmente traggono origine da avvenimenti realmente verificatisi.
L’episodio più celebre della vita di S. Nicola risale alla sua giovinezza: egli donò la dote a tre fanciulle, permettendo loro di conservare l’onore. E a proposito di questo suo atto di generosità, Dante riporta in questi termini le parole pronunciate nel XX canto del Purgatorio da Ugo Magno, fondatore della dinastia dei Capetingi. “Esso parlava ancora della larghezza che fece Niccolao alle pulcelle, per condurre ad onor lor giovinezza”.
Gli antichi narravano inoltre che il Santo fosse capace di placare la furia del mare, e per questo motivo i marinai lo considerano ancora oggi loro patrono.
S. Nicola è ancora considerato il protettore dei prigionieri e dei fanciulli, ai quali ultimi porta doni la vigilia della sua festa che ricorre il 6 dicembre.
La colonna miracolosa, si trova all’ingresso della Cripta della Basilica di San Nicola, cripta che, secondo alcuni, non fu costruita di sana pianta per accogliere le spoglie del Santo appena giunto a Bari, ma fu un adattamento di una sala del palazzo del Catapano, il governatore bizantino.
Di colore rosso con venature bianche, la sua leggenda è documentata per la prima volta nel testamento trecentesco del fiorentino Nicolò Acciaiuoli, consigliere personale della regina Giovanna. Le leggende sulla colonna si sprecano: fu trasportata personalmente da San Nicola, da Roma dove si era recato il pellegrinaggio. Abbandonandola nel Tevere, la colonna sarebbe arrivata miracolosamente fino a Mira. Altri affermano che, durante la deposizione delle sue stesse reliquie, fu visto San Nicola in persona a collocarla, laddove si trova oggi, con l’aiuto di due angeli.Si dice anche che alcuni marinai la videro in mare ma che, nonostante vari tentativi, non riuscirono a prenderla.
Alcune lacune presenti nel marmo sono probabilmente dovute ad asportazioni effettuate nel passato da fedeli un pò “eccessivi”. Oggi non è raro vedere persone che la toccano, passando la mano attraverso la “gabbia” che la protegge, e poi toccarsi il viso. O ancora si diceva che girarci 3 volte intorno in senso antiorario, questo ne aumentasse, o comunque vi favorisse, la fertilità, oppure le aiutasse a trovare marito.
Luogo abbastanza curioso, ma molto conosciuto in città: un panificio nel centro storico ricavato negli ambienti di un’antica chiesa medievale. Si trova nei pressi della Basilica di San Nicola. Conserva tracce del portale della chiesa, forse dedicata a S. Tatano, poi ristrutturata nel ‘500 (come si evince dall’iscrizione sul portale stesso). Entrando, a destra, dietro il bancone, sono visibili colonne romaniche. |
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